uno spazio

QUESTO SPAZIO VUOLE CONDIVIDERE LA RICERCA PERSONALE DEL BELLO NELLE PAROLE, IN PARTICOLARE IN QUELLE DELLE POESIE, E NELLE PASSIONI, CHE SONO UN CARATTERE FREQUENTE IN CHI CERCA DI CRESCERE NELLA VITA IN COMUNE. SI TRATTA SEMPRE E COMUNQUE DI COSE CUI POSSIAMO FARE A MENO, È IN FONDO LA RICERCA DI CIÒ CUI NON DOBBIAMO ATTACCARCI. PERTANTO È ANCHE IL TENTATIVO DI CERCARE IL BELLO IN QUALUNQUE COSA DECIDIAMO DI FARE.

31 dicembre 2007

A mia moglie...

Esiste una poesia della letteratura ungherese non molto conosciuta, ma che mi ha colpito per l'intensità che l'autore mette non solo nelle parole, ma anche nella struttura. È per testi come questo che mi è nata l'idea di coniugare parole e passioni. Sto ancora cercando la forma che può essere più vicina all'originale, ma ho scoperto che la lettura cambia secondo le diverse esperienze dei lettori. È proprio per questa poesia che ho aperto il blog: per condividere piccole scoperte, e capire quante facce hanno. Dunque di seguito il testo e tre traduzioni (una già pubblicata) della poesia di Dezső Kosztolányi...

FELESÉGEMNEK...

Megszoktalak, akár a levegőt,
bármerre nézek, mindenütt te vagy,
szekrényem alján, a fiókjaimban,
az agyvelőmben, és nem veszlek észre.
De múltkor este, amikor bejöttél
szobámba, s mondtál valamit nekem,
sok év után egyszerre rácsudtam,
hogy itt vagy, és szavadra sem figyelve
ámulva néztelek. Szemem lehunytam.
Ezt hajtogattam csöndesen magamban:
"megszoktam őt, akár a levegőt.
Ő adja nékem a lélegzetet."
1931


A MIA MOGLIE...

A te sono abituato come all'aria.
Là dove guardo, ovunque ci sei tu
nei miei cassetti, nei miei oggetti,
nel mio cervello, e non m'accorgo di te.
Ma l'altra sera, quando sei entrata
nella mia stanza, e dicesti a me qualcosa,
d'improvviso, dopo anni, meraviglia!,
che tu sei qui, e non badando alle parole
con stupore ti ho guardata. Chiusi gli occhi.
In silenzio questo mi ripetevo:
"a lei sono abituato come all'aria.
È lei che dà a me il respiro".

A MIA MOGLIE

Per me sei come l'aria che respiro,
a cui sono abituato. Sei dovunque
guardo, presso l'armadio, nei cassetti,
nel mio cervello, e di te non mi accorgo.
Ma l'altra sera, quando sei entrata
nella mia stanza e hai detto non so che,
di colpo mi son reso conto, dopo
tanti anni, che sei qui. Senza badare
al tuo discorso, ti guardavo attonito.
E a occhi chiusi, in silenzio, ripetevo
fra me e me: "il mio respiro è lei,
a lei sono abituato, come all'aria."



A MIA MOGLIE...

Come all'aria sono a te abituato.
Là dove guardo, ovunque ci sei tu
nei miei cassetti, nei miei oggetti
nel mio cervello, e non m'accorgo di te.
Ma l'altra sera, quando nella mia stanza
tu entrasti, e dicesti a me qualcosa,
d'improvviso, dopo anni, meraviglia,
che tu sei qui, e non badando alle parole
con stupore ti guardai. Chiusi gli occhi.
In silenzio questo mi ripetevo:
"come all'aria sono a lei abituato.
È lei che dà a me il respiro".

1 commento:

Daniela ha detto...

Molto bella, Calcatreppola! Complimenti anche per gli altri post del blog, ci sono delle riflessioni molto interessanti. (dduck di youkulele)